Paolo Leo

UNA STORIA DI FAMIGLIA

Paolo Leo, classe 1960,  nasce in una famiglia dove produrre vino era una eredità inevitabile; il capostipite cominciò agli inizi del Novecento a vinificare le sue uve nella Masseria Monticello, fu poi suo figlio Paolo Leo ad ereditare la terra e a costruire il palmento in paese.

E oggi è ancora un erede, l’omonimo Paolo Leo, figlio di Nicola, a guidare la nuova cantina, insieme a sua moglie Roberta, ai figli maggiori Nicola e Stefano che spianano il terreno ai fratelli minori Francesco e Alessandro.

La famiglia è orgogliosa di tutti i riconoscimenti avuti ma, come  ricorda Paolo –

“ il nostro rapporto primario è quello con la terra e con i nostri clienti, abbiamo dimostrato che in Puglia c’era la possibilità di produrre vini di qualità,  riconosciuti a livello internazionale, che potessero mostrare eleganza e finezza mantenendo sempre il carattere originario. " (Paolo Leo)

La conduzione dell'azienda è familiare ma affiancata da collaboratori fedeli, cosa che rende  possibile una condivisione totale del lavoro. 

UNA STORIA DI FAMIGLIA

Paolo Leo, classe 1960,  nasce in una famiglia dove produrre vino era una eredità inevitabile; il capostipite cominciò agli inizi del Novecento a vinificare le sue uve nella Masseria Monticello, fu poi suo figlio Paolo Leo ad ereditare la terra e a costruire il palmento in paese.

E oggi è ancora un erede, l’omonimo Paolo Leo, figlio di Nicola, a guidare la nuova cantina, insieme a sua moglie Roberta, ai figli maggiori Nicola e Stefano che spianano il terreno ai fratelli minori Francesco e Alessandro.

La famiglia è orgogliosa di tutti i riconoscimenti avuti ma, come  ricorda Paolo –

“ il nostro rapporto primario è quello con la terra e con i nostri clienti, abbiamo dimostrato che in Puglia c’era la possibilità di produrre vini di qualità,  riconosciuti a livello internazionale, che potessero mostrare eleganza e finezza mantenendo sempre il carattere originario. " (Paolo Leo)

La conduzione dell'azienda è familiare ma affiancata da collaboratori fedeli, cosa che rende  possibile una condivisione totale del lavoro. 

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Paolo Leo  Ci sono 13 prodotti.

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Paolo Leo

2022

Forte espressione del terroirio e del vitigno, il vino rosato è particolarmente noto in Puglia, regione in cui la combinazione di clima e suolo è in grado di produrre vini rinomati. I rosati di Negroamaro, vitigno principe dell’enologia salentina, donano un’esperienza piacevole, grazie alla loro freschezza, aromi fruttati e carattere inconfondibile. 
NOTE DI DEGUSTAZIONE: Colore rosato vivace con riflessi vibranti; profumo di lampone e fragola, con qualche sfumatura di pepe nero ed erbe mediterranee. Gusto fresco al palato, buona la pienezza e la lunghezza. Retrogusto piacevolmente frutt

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Paolo Leo

2022

Il Fiano è tra i vitigni a bacca bianca più prestigiosi del Sud Italia. Le sue radici sono antiche e gloriose. La particolarità si evince in un corpo deciso e nella croccantezza singolare.
ABBINAMENTI GASTRONOMICI: La struttura e freschezza del Fiano si dimostra fedele compagna in piatti particolarmente succulenti e cremosi. Inquadrarlo in compagnia di formaggi spalmabili, patè e tartine diventa un gioco di sensi. Crostacei in salse e tempure propongono un viaggio culinario decisamente esotico.

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Paolo Leo

Dalle uve di Negroamaro vinificato in bianco, poi spumantizzato con il Metodo Martinotti, nasce il ROSAROSE BLANC, uno spumante dalla vibrante freschezza che racconta l’idea di uve a bacca rossa salentine spumantizzate in bianco.
SERVIZIO: si consiglia a 6-8°C in calici da spumante o flûte

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Paolo Leo

2022

Lo Chardonnay è il più celebre vitigno a bacca bianca del mondo, in grado di esprimere in modo diverso i differenti terroir dove viene coltivato. Nel Salento, lo Chardonnay è noto per i suoi delicati aromi fruttati e buon corpo, con la giusta freschezza che abbina alla perfezione con antipasti e piatti della tradizione pugliese.



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Paolo Leo

2020

Antico vitigno a bacca nera autoctono pugliese, che in un lontano passato era molto coltivato, soprattutto in Valle d'Itria. Il nome fa riferimento alla sua altissima produttività, tanto da definirlo “carico come un somarello”. In precedenza utilizzato come uva secondaria nei vari blend con altri vitigni a bacca nera del territorio, è stato poi abbandonato per un lungo periodo, prima di essere riscoperto negli ultimi anni per la sua vinificazione in purezza. Oggi, il Susumaniello rimane ancora piuttosto sconosciuto nella sfera nazionale ma incomincia a guadagnare terreno, grazie soprattutto alla sua buona struttura, eleganti aromi e piacevoli tannini.

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Paolo Leo

2022

Il Primitivo è un antico vitigno coltivato in Puglia, le cui uve presentano una maturazione molto precoce rispetto ad altre varietà, il cui spiega il suo nome. Una particolarità del tutto interessante del Primitivo è il fatto che, a distanza di soli 20 giorni dalla vendemmia, questi vitigni sono in grado di dare una discreta seconda produzione di uve. Tradizionalmente, i frutti di questa “seconda vendemmia” vengono utilizzati per incrementare la freschezza di questi vini poderosi, migliorando l’acidità dei mosti ottenuti dalla prima vendemmia. 
ABBINAMENTI GASTRONOMICI: primi piatti importanti a base di sughi rossi, ragù di carne e arrosti; formaggi stagionati dai sapori intensi, funghi di bosco e cacciagione.

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Paolo Leo

2021

Il Negroamaro è considerato il vitigno principe dell’enologia salentina. Questa varietà autoctona dalle origini sconosciute presenta un ottimo contenuto di tannini e sostanze zuccherine, dando luogo a vini intensi, eleganti, fruttati ma anche speziati. È noto anche il suo contenuto in
resveratrolo, sostanza antiossidante e anticancerosa presente in altri vitigni a bacca nera ma in elevate quantità soltanto nel Negroamaro.
ABBINAMENTI GASTRONOMICI: primi piatti a base di ragù, secondi di carni rosse, cacciagione e salumi; formaggi stagionati, sia a pasta dura che molle purché dagli intensi sapori; cioccolato fondente.

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Paolo Leo

2017

La denominazione Salice Salentino DOP, derivata dall’omonimo comune situato a nord di Lecce, è la piùimportante del Salento. Istituita per riconoscere un’area vinicola che sin dal VI secolo a.C. produce vini dieccellente qualità, il suo disciplinare prevede l’utilizzo di uve di Negroamaro per la massima parte, e in piccola percentuale altri vitigni autoctoni tra cui, e soprattutto, la Malvasia Nera di Lecce
NOTE DI DEGUSTAZIONE: Color rosso rubino dai riflessi granati. All’olfatto dimostra grande potenza. Eleganti percezioni di frutta in confettura ricordano i frutti del bosco, le prugne e le nespole. Le spezie giocano su sfumature di pepe nero, liquirizia e anice. Il corpo, rotondo e pieno, si dimostra armonico. Tannini setosi ed avvolgenti. Finale persistente, deciso e caldo.

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Paolo Leo

2021

Lo Chardonnay è il più celebre vitigno a bacca bianca del mondo, in grado di esprimere differentemente i territori ove viene coltivato. Nel Salento, lo Chardonnay di Numen, offre una maturazione esemplare ed un vino bianco di imponente struttura. La fermentazione e maturazione di una parte del vino in barriques di rovere francese dona un carattere notevolmente complesso dalla fascinosa persistenza. L’indiscutibile forza di questo vino bianco è evidente nella sua longevità che, nel tempo, è in grado di sviluppare poderose evoluzioni anche dopo anni dalla sua vendemmia.
ABBINAMENTI GASTRONOMICI: L’eleganza ed imponenza dello Chardonnay di Numen diventano una seducente espressione di vino bianco in grado di accompagnare piatti di notevole struttura. Le grandi carni bianche come pollo alla cacciatora, quaglia croccante e cosciotti di gallo sono una prerogativa a stuzzicanti tavole speziate. La presenza di funghi di stagione con tocchi tartufati esaltano l’aromaticità di un prodotto dalla notevole persistenza aromatica.

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Paolo Leo

2019

Dalle origini antichissime, il Primitivo è in grado di produrre vini di grande pregio. Nel Salento, grazie a lunghe giornate di sole e importanti sbalzi termici nelle ore notturne, si producono uve che concentrano una grandiosa maturazione che offrono un vino morbido e di nota struttura.
ABBINAMENTI GASTRONOMICI: Un vino dal corpo elegante e robusto come il Primitivo di Fiore di Vigna diventa un prezioso abbinamento con stufati di carne a lenta cottura. Formaggi di lunga stagionatura, particolarmente saporiti, vengono dolcemente accompagnati dal sorso morbido del vino. Nei ricordi della tradizione italiana si concede amorevole in abbinamento ad un polpettone al forno.

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Paolo Leo

2017

Dalle origini antichissime, il Primitivo è in grado di produrre vini di grande pregio. Nell’areale di Manduria, grazie a lunghe giornate di sole e importanti sbalzi termici nelle ore notturne, si producono uve che concentrano una grandiosa maturazione che offrono un vino morbido e di nota struttura. L’edizione “Riserva” vanta un affinamento di almeno 24 mesi, di cui 20 mesi in botti grandi di rovere prima di uscire in commercio.

SERVIZIO: si consiglia a 18°C in ampi calici che ne favoriscano la massima espressione olfattiva

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Paolo Leo

2014

La denominazione Salice Salentino DOP è una delle identificazioni più rappresentative del Salento. Le uve che concorrono alla produzione di questo storico vino sono principalmente di Negroamaro blendizzato, in piccole percentuali, con altri vitigni a bacca rossa autoctoni pugliesi. La versione Riserva affina per almeno 24 mesi prima di entrare in commercio, nei quali 12 mesi sono in botti grandi e piccole.
ABBINAMENTI GASTRONOMICI: Un blend dai vitigni nobili sposa piatti particolarmente speziati e strutturati. Abbinato ad un guanciale alla griglia, costine di maiale ed un girello in crema di funghi incorona i piaceri gastronomici più nobili.

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