La Nostra Cantina

La Nostra Cantina 

Apollonio

La storia

Una storia di terra e passione, quella della famiglia Apollonio, indissolubilmente intrecciata con il destino dell’omonima cantina che oggi esporta in oltre 30 diversi Paesi del mondo e che continua a produrre vino con gli stessi metodi cari ai suoi fondatori, pur applicando le tecnologie più avanzate dall’ottimizzazione del processo produttivo alla commercializzazione delle sue etichette. La storia della casa vinicola Apollonio fonda le sue radici nel 1870. Da allora, particolare attenzione viene rivolta alla valorizzazione dei vitigni identitari del Salento (prevalentemente Negroamaro e Primitivo, ma anche Malvasia nera, Susumaniello, Bianco d’Alessano), all’accurata selezione dei tipi di legno utilizzati per i lunghi processi di invecchiamento e al forte legame con il territorio da sempre protagonista di una produzione di qualità. L’azienda è iscritta all’Unione Imprese Storiche Italiane.

Tenute Rubino

UNA STORIA DI FAMIGLIA

Tenute Rubino è un progetto nato alla metà degli anni ’80 da un’idea di Tommaso Rubino, convinto sostenitore delle potenzialità del Salento. Attraverso una lunga serie di acquisizioni ha creato un’importante base produttiva suddivisa su cinque tenute, con l’obiettivo di esprimere al meglio i valori della tradizione viticola del territorio.

LA PUGLIA

La Puglia è terra che ammalia. La luce ne governa il paesaggio di ulivo, di vigna e di mare.
Un contesto produttivo unico, dove la vite ha trovato il suo habitat ideale per produrre storia ed eccellenza. Da questo patrimonio Tenute Rubino trae forza e senso di appartenenza, producendo vini che hanno un forte legame con la tradizione ma che concorrono a ridefinire uno stile, una tessitura, un’anima di questa nuova frontiera.

IL PROGETTO SUSUMANIELLO

Il Susumaniello è il vitigno che identifica maggiormente Tenute Rubino.
Uva a bacca nera di probabili origini dalmate, deve il suo nome all’abbondante produzione. Questa produttività importante si riduce sensibilmente col susseguirsi delle vendemmie, fino ad una media al di sotto del chilogrammo per pianta.

Cantele

Un vino, al pari di un uomo, è la sua storia.

Ci sono cieli e piante che possono raccontare generazioni, stagioni, nostalgie, speranze. Gli occhi degli uomini sempre lì, fissi sulle vigne assolate, a contemplare i cicli, nel gioco della vita.

La terra viene prima delle sue creature. La memoria di quanto fatto è una certezza senza tempo, testimonianza di un radicamento millenario a quella stessa terra in cui maturano i grappoli di piena estate.

Dagli anni del dopoguerra e della rinascita del Paese, tessiamo un’intensa storia di amore terreno che affonda le radici nel Sud e che intreccia la memoria del passato all’intuizione di rendere il Salento il centro di una nuova esistenza.

Castello Monaci

Castello Monaci

La cantina, con le sue forme e il suo rigore geometrico, dalla fine degli anni ‘70 custodisce il tesoro di Castello Monaci.
Una barricaia di oltre 1000 barriques, scavata nella stessa bianca roccia tufacea di cui è composto lo strato più profondo del terreno dei vigneti che circondano il Castello.
La cantina è dotata di moderni strumenti di vinificazione, tra i quali un sistema refrigerato di pigiatura con serbatoi in acciaio di piccola capacità, termocondizionati a doppia cella, per poter vinificare separatamente limitate quantità di uve, mettendo in risalto le peculiarità di ognuna.
Dal 2000, l’enologo della cantina è Leonardo Sergio. Con la sua esperienza e sensibilità coglie e seleziona il meglio che il sole e il vento ci regalano, e lo interpreta nella sua forma più autentica.

Michele Calò e Figli
MICHELE CALÒ, SESSANT'ANNI D'AMORE PER LA PROPRIA TERRA
Attraverso la coltivazionde della vite volta alla valorizzazione dei prodotti della propria terra, Michele Calò si è contraddistinto come il precursore di vini di qualità nel Salento.
Ora sono i suoi vini ad emigrare verso grandi mercati degni di accoglierli. Da Tuglie, in tutta Itlaia, fino al resto del mondo. Una bella rivincita per quell'uomo che emigrò con nel cuore il sole del Salento.

FERNANDO e GIOVANNI CALÒ - Valori che non si esauriscono
Fernando e Giovanni seguono le varie fasi dell'attività tenuta con la grande passione trasmessa loro dal padre. Ma anche con spirito innovativo e la consapevolezza che solo un vero impegno dà i risultati sperati, trovando così anche il consenso dei palati più esigenti.
Creare vini rispettando la natura e le tradizioni
La moderna coltura del vino vede il recupero e la nobilitazione degli antichi vitigni autoctoni.
Nella tenuta Calò i vitigni storici quali Negroamaro, Malvasia nera, Primitivo e Verdeca, sono da sempre alla base della produzione. Vitigni forti, per vini importanti ed eleganti, capaci di suscitare emozioni intense.
Risultati che esigono costanti cure e grandi attenzioni nel vigneto e in cantina in ogni momento dell'anno. Per dare il meglio nel massimo rispetto della natura e delle tradizioni.
Attanasio
L'Azienda
 
L'Azienda Agricola Attanasio Giuseppe continua con passione le tradizioni di una tipica famiglia di viticoltori salentini. Le ampie volte a stella di un palazzo di fine ottocento custodiscono la bottaia e gli impianti di vinificazione. Dal 2000 vi giungono le uve di Primitivo, raccolte con metodo tradizionale e provenienti esclusivamente dai vigneti di proprietà, circa 6 ettari di alberello pugliese nell'agro di Manduria curati personalmente da Giuseppe Attanasio con un'esperienza di oltre settant'anni.
Tormaresca
ALLA GUIDA DELLA RINASCITA ENOLOGICA PUGLIESE
La passione, il coraggio e la fiducia nell’enorme potenziale qualitativo della Puglia sono gli elementi che hanno spinto gli Antinori ad investire in questa regione, in particolare nelle zone di Castel del Monte e del Salento. L’idea di fondo su cui si basa la filosofia produttiva di Tormaresca è quella di produrre grandi vini da vitigni autoctoni pugliesi. La maggior parte dei vigneti è coltivata con uve tradizionali, alcune delle quali risalenti alla civiltà della Magna Grecia, e fortemente radicate nel territorio: il Primitivo, il Negroamaro, il Fiano pugliese, l’Aglianico, il Nero di Troia ed il Moscato Reale

L’azienda Tormaresca è costituita da due tenute situate nelle aree più vocate alla tradizione vitivinicola della regione: Tenuta Bocca di Lupo nella DOC Castel del Monte, immersa nella selvaggia murgia barese e Masseria Maime nella zona del Salento, il cuore pulsante della Puglia.
Taurino

Da ben sette generazioni la famiglia di Cosimo Taurino si dedica con spirito di sacrificio, amore per la terra e passione, alla coltivazione della vite, tra cui gli antichi e bellissimi alberelli pugliesi e alla produzione di vino.

Gli iniziali successi commerciali furono conseguiti negli anni Trenta del 1900 dal padre di Cosimo, con i vini da taglio spediti al Nord come aggiunta per altri vini meno consistenti in alcool e colore.
In seguito, la caparbietà e la perseveranza del Dott. Cosimo Taurino, posero le basi per la nascita di un vera e propria attività imprenditoriale di trasformazione, affinamento e imbottigliamento della propria produzione vinicola, con il Notarpanaro® 1970, abbandonando completamente la sua professione di farmacista.
Si diede, così, la possibilità a questi vini, fino ad allora utilizzati solo per migliorare altri prodotti, di esprimere in solitudine tutta la potenza e la fierezza della terra d’origine, il Salento.

Nel 1974 ci fu il grande incontro con un giovane enologo dalle immense potenzialità. Insieme decisero di fare una grande scommessa, dare vita al Patriglione® (prima annata 1975). Da questo momento in poi la storia dell’Azienda di Cosimo Taurino è costellata di successi e riconoscimenti italiani ed esteri.

A Cosimo Taurino, considerato il pioniere del Negroamaro nel mondo, si deve gran parte di merito per l’affermazione nel mondo della Puglia vinicola

Torrevento

L’azienda Torrevento sorge nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, primo parco rurale d’Italia, un territorio in cui domina il rapporto inscindibile tra uomo e ambiente, in una perfetta fusione tra tradizione, attività dell’uomo e natura.

Qui, nel 1400, in contrada “Torre del Vento”, venne eretto un monastero benedettino interamente in pietra; un nome che segnerà la nostra storia, una storia che parte da lontano, dal 1913, quando Francesco Liantonio (nonno dell’omonimo Francesco, oggi Presidente di Torrevento) appena sedicenne decise di imbarcarsi sulla nave “Hamburg”, destinazione New York, in cerca di fortuna.

Nel 1923, dopo dieci anni dal suo arrivo in America, Francesco Liantonio ha creato la sua piccola fortuna grazie a una fabbrica del ghiaccio e, con i proventi di quel duro lavoro, torna nella sua amata Puglia. Qui, a Palo del Colle, realizza il suo sogno: produzione e commercio di olio extravergine di oliva e trasformazione delle uve.

Nel 1948 la famiglia Liantonio acquista in contrada “Torrevento”, proprio ai piedi del famoso Castel del Monte, l’antico monastero benedettino con 57 ettari di vigneto circostante. Due anni dopo Gaetano Liantonio eredita la tenuta, la ristruttura e continua l’attività produttiva creando la cantina vinicola a carattere rurale, Vinicola Torrevento.

Ma è nel 1989, con Francesco Liantonio (attuale Presidente e Amministratore Delegato) che nasce la Torrevento S.r.l.

Palamà
Io vivo qui. Dove viveva mio padre e dove vivranno i miei figli. Vivo nel Salento, faccio il vino, come mio padre Arcangelo, che costruì la prima cantina.   Io ho messo radici in una vigna del Salento, come il Negroamaro, che non so più quanti ceppi abbiamo piantato io e la mia famiglia. Io vivo quando il sole mi dice che è tempo di Negroamaro e, ogni volta che raccolgo i grappoli maturi, mi torna alla mente mio padre e la sua fatica. Quando chiedevo il perchè di tanto lavoro e così pochi grappoli, Arcangelo rispondeva che meno uva c’è sui ceppi, più buono viene il vino.   Il vino… Una volta hanno detto che il mio è il vino più buono del mondo emi hanno dato anche una medaglia: quel giorno ho capito che Arcangelo aveva ragione. Io resto qui, in una vigna del Salento, aspettando il sole.
Rivera

La famiglia de Corato ha salde radici nella terra di Puglia. Qui, in agro di Andria, alla fine degli anni ’40 Sebastiano de Corato fondò l'Azienda Vinicola Rivera nell’omonima tenuta di famiglia con il preciso intento di valorizzare e diffondere nel mondo l’enorme potenziale qualitativo della vitivinicoltura della zona circostante il Castel del Monte.

Il successo non si fece attendere e la Rivera divenne ben presto il principale punto di riferimento dell’enologia pugliese e l’autentico motore della sua rinascita, grazie anche alle innovazioni in vigna e in cantina apportate a partire dagli anni ’80. Con l’ingresso in azienda di Sebastiano e Marco, figli di Carlo e nipoti del fondatore, la Rivera prosegue con orgoglio e rinnovato impegno nella produzione di vini che esprimono tutto il carattere intenso ed elegante di questo territorio e dei suoi vitigni.

In applicazione della filosofia aziendale, in tutte le fasi del processo di produttivo - allevamento dei vigneti, raccolta delle uve, vinificazione, affinamento e imbottigliamento dei vini - si combinano le più moderne tecniche di viticoltura ed enologia con l’assoluto rispetto dei processi naturali, nell’ottica della sostenibilità ambientale ed economica e del miglioramento continuo della qualità.

Polvanera
Polvanera nasce da una lunga tradizione di famiglia che ha radici nella viticoltura da sempre. Filippo Cassano, proprietario ed enologo, è sempre stato consapevole delle potenzialità del primitivo nel suo territorio.  Grazie all’ esperienza del padre Vincenzo e alla formazione scolastica presso la scuola di enologica “Basile Caramia” di Locorotondo, Filippo ha voluto puntare su una vinificazione pura, esaltando l’autoctono e la riconoscibilità territoriale. Collocata tra Acquaviva delle Fonti e Gioia del Colle, Polvanera è immersa in un paesaggio unico, con vigneti, muretti a secco e fusti di roverelle. La cantina, insolita e caratteristica è scavata per 8 metri nella roccia calcarea. La struttura consente ai vini di affinare ad una temperatura costante, unendo utilità e bellezza. Annessa vi è una masseria storica del 1820 dal gusto rustico, adibita all’ ospitalità. L’ azienda si colloca in una zona della Puglia turistico-alberghiera molto strategica: dista venti minuti sia dalla valle D’Itria che da Matera. La vendemmia avviene nella prima decade di settembre. Moderni impianti di pressatura e di vinificazione contribuiscono alla realizzazione della proposta Bio. Assieme ai suoi preziosi collaboratori e al sostegno della famiglia, Filippo Cassano continua a portare avanti un progetto ambizioso, teso alla valorizzazione del primitivo e degli altri vitigni autoctoni, esaltando continuamente la qualità dei suoi prodotti.
Schola Sarmenti

La cantina

Dopo un lungo e attento restauro durato oltre tre anni, Schola Sarmenti apre finalmente al pubblico le porte della cantina.
Un vecchio stabilimento vinicolo costruito nella metà dell’Ottocento e rimasto chiuso per oltre cinquant’anni. Le famiglie Marra e Calabrese hanno riportato così allo splendore un antico simbolo dell’enologia salentina, fulcro di un’importante tradizione architettonica, in cui cultura e territorio vengono trasmessi al visitatore attraverso l’impetuosa bellezza delle volte a stella realizzate con conci di tufo e pietra leccese.

L’abbraccio tra presente e passato trova la sua massima espressione nei dettagli unici, capaci davvero di emozionare. Scendendo lentamente da una piccola scala centrale, il cuore viene pervaso da un profumo intenso, mentre le gambe desiderano affrettarsi, vogliose di scoprire quel mondo sotterraneo.
L’ultimo gradino e ci si trova finalmente immersi nel vino.

Una barricaia ricavata da vecchie cisterne che si susseguono l’una dopo l’altra. La giusta temperatura e un’umidità costante tutto l’anno lo rendono un ambiente perfetto dove le botti custodiscono quel vino che, una volta in bottiglia, finirà di riposare tra mura rosso porpora.

Un luogo in cui respirare l’aria di un passato lontano, mentre i profumi del vino e del legno lasciano pregustare il risultato di questo lento riposo: il prossimo futuro.


I vigneti ad alberello

Nelle contrade della campagna salentina, i piedi solcano una terra rossa, avida di sole. Lo sguardo oltrepassa i muretti a secco – minuziose sculture di pietre abbracciate indissolubilmente l’una con l’altra – fino ad arrivare a perdersi in quelle distese di piccoli alberelli, simbolo di una storia, la vera anima di Schola Sarmenti. Generazioni di “viti” riempiono gli occhi, dalle piante più giovani che ci regalano freschezza e leggerezza, ad esemplari di piante che racchiudono in sé fino a 80 anni di storia. Una scelta importante, quella di Schola Sarmenti: preservare un’antica tecnica di allevamento, quella dell’alberello pugliese. Una tecnica tanto difficile quanto preziosa che ha solo bisogno di mani forti e abili per regalare vini di grande qualità e pregio. Fiano, Negroamaro, Primitivo: questi i nostri vitigni autoctoni, le cui storie si perdono nella notte dei tempi, sincera espressione di una terra amorevole, accarezzata dalla brezza leggera di due mari.

Severino Garofano
Severino Garofano
Enologo. Di origine irpina, ha studiato viticoltura ed enologia alla Scuola Enologica di Avellino. Appena diplomato, si trasferisce nel 1955 in Puglia, cominciando il suo lungo rapporto con il Negroamaro.

Un amore per niente esclusivo, poichè durante la sua carriera di consulente delle più rinomate aziende del sud Italia ha saputo interpretare i tanti vitigni storici locali. Si è occupato di ricerca, di consulenza, di legislazione. Ha ricoperto numerosi incarichi direzionali con l’Associazione Enotecnici Italiani. Ha raccontato i vini del Sud nelle sue diverse pubblicazioni e nelle tante interviste ai media.

Profondamente legato alla città di Copertino, dove per 50 anni ha curato la direzione tecnica della locale Cantina Sociale, nel 1995 qui ha fondato Azienda Monaci, rilevando un’antica struttura produttiva, nel cui comprensorio insistono una vecchia Masseria padronale di metà 1800, una cantina di vinificazione, i vigneti.

Renata Garofano
Nata nel 1977, Renata è cresciuta in una famiglia votata al vino. Ha imparato tutto quello che ne concerne, compresa la sua magia, dal papà Severino, enologo.

Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio si è dedicata a tempo pieno all’azienda di famiglia, Azienda Monaci, dove si occupa tanto dell’area amministrativa quanto delle pubbliche relazioni, insieme al fratello Stefano, senza disdegnare il quotidiano impegno tra le vigne e la cantina.

Ha conseguito il Diploma di Sommelier con l’AIS. È Donna del Vino e membro dell’AGIVI, l’Associazione dei Giovani Imprenditori Vitivinicoli.

Stefano Garofano
Classe 1970, sin da ragazzo ha seguito il papà Severino durante i numerosi suoi viaggi studio nelle diverse aree vitivinicole del mondo e nei grandi mercati del vino. Ha assaggiato il freddo inverno della Finlandia giù fino alle dolci estati dell’Australia. Proviene da studi scientifici, di Chimica, Viticoltura ed Enologia, nel vano tentativo di comprendere appieno i segreti del vino, scoprendo infine che è tutta una questione di amore e passione.

Nell’azienda di famiglia si occupa di Marketing, pubbliche relazioni, contatti con la clientela, italiana ed estera.

Ogni suo viaggio comincia sempre dalle vicine vigne di Negroamaro. E lì sempre ritorna.
Candido
Azienda


Nel 1929 Francesco Candido costruisce a San Donaci uno stabilimento vinicolo per trasformare le uve prodotte da 400 ettari di vigneto di proprietà. 
I vini ottenuti venivano commercializzati sfusi. 
Nel 1957 iniziò l'imbottigliamento per valorizzare direttamente i vini prodotti. 
Nel 1997 viene acquistata la cantina di Guagnano per concentrarvi la trasformazione delle uve e dedicando quella di San Donaci all'affinamento, l’imbottigliamento e la commercializzazione.

Oggi Alessandro, rappresentante della terza generazione della famiglia Candido, conduce un'Azienda Vitivinicola. 

Le uve trasformate provengono da 140 ettari di proprietà coltivati soprattutto a vigneto di uve autoctone (Aleatico, Negro Amaro, Primitivo, Malvasia nera e Fiano) nonché alcune varietà alloctone (Montepulciano, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Petit Verdot) e 50 ettari di vigneto di agricoltori che l'Azienda segue in tutte le fasi fenologiche. 

Le uve ottenute sono biologiche certificate
In campagna troviamo gli alberelli pugliesi e le spalliere. Sui primi tutte le lavorazioni e la raccolta sono manuali; sui secondi dalla pre-potatrice alla raccoglitrice sono meccanizzati. 


In cantina le tecniche ed i macchinari sono di ultimissima generazione (dai fermenti selezionati, alla neve carbonica alla riempitrice isobarica).
Cantina San Donaci
LE ORIGINI

L’AZIENDA
Cantina San Donaci tra le più antiche aziende dell’agro salentino nasce nel 1933 grazie all’idea imprenditoriale di un gruppo di 12 agricoltori che per sviluppare l’economia del loro prodotto e della loro terra fonda quella che oggi è l’azienda.
Superate le iniziali diffidenze, ai primi soci fondatori si aggiungono altri agricoltori convinti, con i fatti, della validità dell’iniziativa.

Con il passare degli anni l’azienda ha raggiunto un numero abbastanza cospicuo di soci tanto da averne oggi all’attivo circa 300, che permettono all’azienda di incamerare un quantitativo di uve, che varia a seconda delle annate, dai 25.000 ai 30.000 quintali, i quali pur con gli anni avversi che il settore vitivinicolo ha sofferto, non hanno esitato un attimo a proseguire e completare quelli che erano gli investimenti già programmati per i piani di ammodernamento sia strutturale che tecnologico.

Per la sua continuità e per il suo forte radicamento al territorio ha dato un forte contributo alla storia agricola del Salice Salentino  diventando un autorevole punto di riferimento dell’enologia italiana.
Ceci Giancarlo
Le nostre radici
Radici profonde e una grande passione famigliare a partire dal lontano 1819 quando Consalvo Ceci (sette generazioni prima di Giancarlo) acquisisce la Tenuta. Basterebbe raccontare la storia di questa azienda per rendersi conto della dedizione e della cura che la famiglia Ceci, da quasi duecento anni, dedica alla terra e ai suoi frutti. La Tenuta si colloca in una posizione strategica, a 250 metri. di altitudine, tra Andria e Castel del Monte, e a 20 chilometri dal mare nell'area pre-murgiana collinare che a quei tempi (primi ottocento) era destinata a pascoli. Fu nel corso degli anni 1840-1900 che le generazioni seguenti operarono miglioramenti piantando olivi da olio e viti da vino tracciando la strada verso il futuro. Nel 1988, conseguita la laurea in Agraria, Giancarlo fonda Agrinatura con l'obiettivo di continuare le tradizioni agricole familiari nel pieno rispetto dell'ambiente. A testimonianza di questo converte l'azienda, fin dal 1988, al biologico e nel 2011 la trasforma in azienda biodinamica, ponendo grande attenzione al controllo di tutta la filiera produttiva: dalla coltivazione dei terreni al consumatore finale.
Coppi
Vini Coppi: dal 1882

E’ una storia antica quella dei vini Coppi, una storia di famiglia.

Tutto comincia nel lontano 1882. E’ questa la data di nascita della cantina storica, per mano di un viticoltore pugliese. A fine anni ‘66 l’enologo Antonio Coppi lavora presso la cantina, con l’entusiasmo e la dedizione di un giovane appassionato del suo lavoro e di quel mondo, fatto di profumi, di terra e di mosto.

I vini Coppi devono la loro nascita e la loro storia proprio a lui che, nel 1979, rileva la cantina trasformandola nella missione della sua vita: restituire dignità e lustro ad una produzione vinicola, quella di Puglia, ancora poco conosciuta e per molti versi bistrattata, snobbata dal resto del “mainstream” vinicolo italiano.

Sono gli anni del duro lavoro, della costanza e dei sacrifici e di una lungimiranza che poco per volta ottiene la sua ragione. Quando ancora le aziende vinicole in Puglia si contano sulle dita di una mano e gli stessi vini regionali vengono considerati di serie C, nei primi anni ’90, ecco che l’enologo Antonio Coppi acquista la prima catena di imbottigliamento.

La passione e la conoscenza dei vini di Antonio Coppi presto viene trasmessa, in modo molto naturale, ai suoi figli, Lisia, Miriam e Doni. Perché l’amore per il vino è prima di tutto amore per una terra, è legame viscerale ad essa, a quel pezzo di Puglia dove tutta una famiglia è nata e cresciuta.

Vivere in sincronia con le stagioni e con i cicli della natura, tra i profumi dei vigneti e nell’atmosfera eccitante della vendemmia: scorre così l’infanzia e la giovinezza dei fratelli Coppi, a rinsaldare l’unione con le cantine, i loro vini, la Terra di Puglia.

Oggi i vini Coppi sono conosciuti in tutto il mondo.

La costanza e la perseveranza di Antonio e dei suoi figli hanno fatto in modo che questo marchio diventasse sinonimo di qualità. E soprattutto hanno innescato un processo di riscoperta del territorio e di valorizzazione dei suoi prodotti, fino a rendere i vini Coppi uno dei fiori all’occhiello della produzione vinicola pugliese.

E’ una storia antica quella dei vini Coppi, una storia di famiglia, ma anche un racconto in divenire che prosegue, nella modernità e nella ricerca tecnologica, con un nuovo capitolo in cui passione, tradizione ed innovazione si abbracciano per un progetto vincente che trae i suoi successi proprio da un sogno cominciato più di 40 anni fa.
Duca Carlo Guarini
La Storia
Dentro un bicchiere di vino c’è un mondo di esperienze umane, dentro il nostro c’è quello di una famiglia che ha una storia millenaria e un forte legame col territorio.

Immaginate un palazzo di fine settecento, con un giardino segreto che profuma di agrumi, sotto il quale esiste un ipogeo scavato nella pietra, usato nel 500 come frantoio con sette presse e oggi trasformato in bottaia, dove si lasciano riposare i vini in piccole e grandi botti di rovere e si conservano le bottiglie delle varie annate.

La luce fioca crea un’atmosfera quasi mistica e se verrete a trovarci qualcuno della nostra famiglia, offrendovi un buon calice di vino, vi racconterà che per noi essere vignaioli e agricoltori significa patrimonio da tutelare, territorio da valorizzare, cultura da condividere.

Siamo una famiglia di origine normanna giunta nelle Puglie nel XI secolo, i nostri cavalieri hanno contribuito, al seguito degli Altavilla, alla conquista e alla formazione del Regno di Sicilia.

Ruggero Guarini è il primo di cui si ha memoria. Sotto il conte Goffredo D’Altavilla nel 1065 difese brillantemente Lecce dall’attacco di Boemondo D’Altavilla, primo figlio di Roberto Il Guiscardo, costringendolo a levarne l’assedio, ma poi, cambiate le alleanze, partì con Boemondo per la prima Crociata in Terra Santa e fece ritorno vittorioso nel 1106.

Dopo Ruggero molti rappresentanti della nostra famiglia ebbero l’onore di coprire ruoli importanti nei regni Normanno, Svevo, Angioino, Aragonese e Borbonico. Ci furono numerosi feudatari, guerrieri, cavalieri, ammiragli, uomini di chiesa, di lettere, di legge, politici e poeti.

Si ricorda Accardo conte di Valesio, figlio di Roberto, proprietario di una vigna feudale già nel 1114 e tra le altre storie, quella di San Francesco d’Assisi che nel 1219, di ritorno dal suo pellegrinaggio a Gerusalemme, arrivò a Lecce e furono due fratelli Guarini a donare al Santo poche abitazioni per lui e i suoi religiosi, così come riportato dall’iscrizione ancora leggibile nel luogo, dove poi nacque la Chiesa intitolata a San Francesco della Scarpa.
I Pastini
La Storia
Pastinum in latino era propriamente zappa e, in via derivata, terreno destinato alla vite. Così la zappa modellava il cacalupo, la piccola diga di terra necessaria per raccogliere l’acqua di Dio, in questa Apulia sitibonda, allora come ora. Mettere il pàstino, in questa valle dal dolce profilo, è un’arte antica e difficile: piantare nella pietra i vitigni ad alberello della Verdeca, del Bianco d’Alessano e del Minutolo ed aspettare che fratello sole li maturi lentamente, è frutto di antica esperienza.
L’azienda vinicola i Pàstini, situata nel cuore della terra Valle d'Itria, la terra dei trulli, si sforza di mantenere la sapienza delle tradizioni anche con le moderna tecnica di vinificazione, riuscendo così ad ottenere quanto di meglio l’enologia pugliese sa produrre.
Jorche Vinicola

LE ORIGINI

Una storia iniziata da Giovanni, nel “palamientu” della famiglia Gianfreda. Il figlio Costantino affianca il padre nell’attività ma, negli anni Venti devono affrontare un momento particolare della storia viticola pugliese: i vigneti vengono distrutti dalla fillossera e si deve ricominciare daccapo.
Tutte le risorse e le energie vennero dedicate alla piantagione di nuove vigne - che presero il posto dei vecchi alberi di fico e di mandorlo - e alla produzione di vini destinati allora, alle Cantine del nord.
Cosimo, il nipote di Giovanni, continuò con grande determinazione la tradizione di famiglia incrementando la produzione e strutturando l’organizzazione: alla fine degli anni Cinquanta costruì la prima vera cantina meccanizzata.

"LU PALAMIENTU" DI GIOVANNI

La famiglia Gianfreda, già agli inizi del Novecento, possedeva il più grande palmento di Torricella, una struttura di circa 400 metri quadrati. Il palmento, “palamientu” in Puglia, era la prima e più antica forma di cantina organizzata. Qui, nel complesso sistema di grandi vasche disposte su più livelli e collegate tra loro, tutto avveniva manualmente, dalla pigiatura dell’uva, che si faceva con i piedi, alla fermentazione del mosto fino alla spillatura.
Le botti di vino, assieme a quelle di tutti gli altri palmenti della zona, venivano trasportate con carretti, i “travini”, fino alla stazione ferroviaria di Manduria. Da qui, tutto il vino della zona partiva per il nord: il suo nome “Vino rosso di Manduria” deriva proprio da questa particolare circostanza.
Giovanni, il padre di Costantino, trasmette al nipote Cosimo i metodi tradizionali e i segreti della vinificazione nel suo palmento ma quando, alla fine degli anni Cinquanta, i sistemi di produzione diventano meccanizzati, tutto cambia per i contadini ai quali non conviene più produrre il vino nei propri palmenti, che vengono abbandonati. Cosimo decide così di continuare in proprio l’attività iniziata dal nonno e di costruire per sé una nuova cantina meccanizzata, affiancato dalla moglie Emanuela che porta in dote alcuni “capasuni” provenienti dal palmento della sua famiglia.
Ancora oggi uno di questi “capasuni” con le iniziali del padre di Emanuela “G.M.” è un piccolo tesoro che testimonia gli intrecci della lunga storia vinicola della famiglia; qui avviene ancora l’ultimo affinamento di una parte dei vini Jorche in simbolica e concreta continuazione con il passato.

Antico Palmento
ANTICO PALMENTO

VIGNETI E CANTINE IN MANDURIA
L’Antico Palmento è un’azienda a conduzione familiare ubicata nel centro di Manduria. Nasce dalla passione di Bruno Garofano che, dopo quarant’anni di collaborazione e consulenze enologiche per diverse cantine pugliesi, decide di mettere la propria esperienza a disposizione dei figli ed avvia un’attività vitivinicola nel cuore di una delle aree più vocate della Puglia.

Il sogno di Bruno, sempre supportato e incoraggiato da sua moglie Lina, si concretizza nel 1998 con l’acquisizione di alcuni ettari di vigna e di un Palmento risalente ai primi anni del secolo scorso.
L’intera filiera produttiva si svolge nella struttura restituita all’operosità mediante un’attenta ristrutturazione conservativa. Alcune cisterne interrate sono state vetrificate e riconsegnate alla vinificazione; altre, messe in comunicazione l’una con l’altra, sono riservate all’affinamento e al confezionamento del vino.
L'Archetipo
Francesco Valentino Dibenedetto, agronomo e contadino dalla nascita, figlio di Carlo Dibenedetto, viticoltore da sempre. 

Già dagli anni 80 inizia la conversione dell’azienda all’agricoltura biologica ma osserva che la vitalità dei propri terreni non procede come dovrebbe ed è per questo che dal 2000 passa al biodinamico in seguito agli studi sul lascito culturale di Rudolf Steiner.
Dopo qualche anno di biodinamica si accorge che c’è ancora qualche cosa che sfugge e per questo, in seguito alla comprensione del pensiero di Masanobu Fukuoka, giunge finalmente a praticare un’agricoltura del tutto sostenibile, in cui le sinergie tra tutti gli anelli dell’ecosistema sono finalmente innescate. Questa è l’agricoltura sinergica, in cui si giunge a non commettere più il più grave errore che ancora si compie praticando tutti gli altri tipi di agricoltura (dalla convenzionale, alla biologica, alla biodinamica): l’aratura.
Questa nuova avventura si sviluppa insieme alla moglie Anna Maria e i suoi quattro figli: Carlo Nazareno, Domenico, Andrea, e Maria Clelia. E’ grazie all’impegno costante e responsabile di tutti loro che è stato possibile la costruzione dell’attuale cantina, tutta in tufo, dove in queste precise condizioni climatiche è possibile la valorizzazione delle pregiate uve di proprietà senza l’uso della chimica. L’ingresso in azienda della nuova generazione, sotto la guida di un grosso bagaglio esperienziale di Francesco Valentino, non potrà che dare slancio e vitalità all’archetipo.
Leone de Castris
A Nord-Ovest della penisola Salentina, zona di antica tradizione vitivinicola, si trova SALICE SALENTINO, piccolo comune rurale che ospita da più di tre secoli un’antica cantina: la Leone de Castris.

E’ l’anno 1665. Tra i vigneti ubertosi di quel tempo, Oronzo Arcangelo Maria Francesco dei Conti di Lemos, fece nascere la cantina.

Il fondatore si appassiona ad una terra così fertile e ricca e ne comprende il valore, così, dopo i primi anni di lavorazione e trasformazione del prodotto, torna in Spagna, vende alcuni possedimenti, rientra ed investe il ricavato in terre salentine.
Intorno a Salice, Guagnano, Veglie, Villa Baldassarri, Novoli e San Pancrazio, diventa proprietario di diverse migliaia di ettari, sui quali non solo impianta nuovi vitigni, ma anche piante di olivo e grano. Agli inizi dell’800 l’Azienda Vitivinicola inizia ad esportare vino greggio negli Stati Uniti, in Germania e in Francia.

La cantina inizia l’imbottigliamento dei suoi prodotti con Piero e Lisetta Leone de Castris, nel 1925. Nel 1943 nasce il Five Roses, il prodotto più conosciuto dell’ azienda ed il primo vino rosato ad essere imbottigliato e commercializzato in Italia e da subito esportato negli Stati Uniti.

La storia di questo vino viene ricordata ancora oggi in azienda come uno degli eventi più significativi nel percorso plurisecolare della stessa. Infatti, esiste una contrada nel feudo di Salice Salentino che si chiama “Cinque Rose”, nome dovuto al fatto che per intere generazioni i Leone de Castris avevano ciascuno, con incredibile costanza, cinque figli. Sul finire della guerra il generale Charles Poletti, commissario per gli approvvigionamenti delle forze alleate, chiese una grossa fornitura di vino rosato, le cui uve provenivano proprio dal feudo Cinque Rose. Ma il generale voleva un vino dal nome americano, e non ci si mise molto a trovarlo: nasce così il Five Roses.
Con la vendemmia 1954 nasce il Salice Leone de Castris e grazie alla commercializzazione in Italia ed all’estero per circa 20 anni si ottiene la Doc Salice Salentino nei primi anni 70. Quindi,con la Doc,anche altre aziende si propongono sul mercato.

La storia di questa famiglia e della Cantina continua. Il Cav. del Lavoro Salvatore Leone de Castris, figlio di Piero e Lisetta, ha contribuito ad un notevole sviluppo anche a livello internazionale dell’Azienda. Da venti anni il figlio, Dott. Piernicola, la dirige. Riconoscimenti sempre più prestigiosi vengono costantemente attribuiti all’intera gamma aziendale.

La rete commerciale Estera oggi vede i prodotti presenti oltre che sui mercati Europei, negli Stati Uniti, a Singapore, in Canada, in Brasile, in Autralia, in Giappone, in Cina, Hong Kong, ecc. Nelle aziende di famiglia sono stati impiantati nuovi vitigni: Chardonnay, Sauvignon, Montepulciano che affiancano i vitigni tradizionali: Negroamaro, Malvasia nera, Verdeca, bianco d’Alessano, Moscato, Aleatico, Primitivo, Susumaniello, Ottavianello.
La Cantina presenta una variegata gamma di prodotti: vini rossi, bianchi, rosati DOC (Salice Salentino, Locorotondo, Copertino, Primitivo di Manduria), interessanti vini IGT Salento e Puglia, spumanti rosati e bianchi; un’acquavite ed un olio di particolare pregio. Dispone anche di un albergo Villa Donna Lisa di prima categoria dotato di impianti sportivi; funge da supporto alle quotidiane visite di delegazioni italiane e straniere.

La produzione media annuale è di circa 2,5 milioni di bottiglie.
La Leone de Castris è un’azienda che da secoli lavora in Puglia e solo prodotti pugliesi. Per qualcuno questo potrebbe essere un limite, per noi è una peculiarità poiché la nostra mission è la valorizzazione dei prodotti del territorio dove siamo nati e cresciuti.

In definitiva si può dire che noi rappresentiamo più di 350 anni di storia vitivinicola che guardano al futuro.
Paolo Leo

UNA STORIA DI FAMIGLIA

Paolo Leo, classe 1960,  nasce in una famiglia dove produrre vino era una eredità inevitabile; il capostipite cominciò agli inizi del Novecento a vinificare le sue uve nella Masseria Monticello, fu poi suo figlio Paolo Leo ad ereditare la terra e a costruire il palmento in paese.

E oggi è ancora un erede, l’omonimo Paolo Leo, figlio di Nicola, a guidare la nuova cantina, insieme a sua moglie Roberta, ai figli maggiori Nicola e Stefano che spianano il terreno ai fratelli minori Francesco e Alessandro.

La famiglia è orgogliosa di tutti i riconoscimenti avuti ma, come  ricorda Paolo –

“ il nostro rapporto primario è quello con la terra e con i nostri clienti, abbiamo dimostrato che in Puglia c’era la possibilità di produrre vini di qualità,  riconosciuti a livello internazionale, che potessero mostrare eleganza e finezza mantenendo sempre il carattere originario. " (Paolo Leo)

La conduzione dell'azienda è familiare ma affiancata da collaboratori fedeli, cosa che rende  possibile una condivisione totale del lavoro. 

Rosa del Golfo
Tradizione e innovazione
Due secoli di tradizione, passione, storia e amore per la propria terra, per il proprio lavoro, per i frutti nati da questo irresistibile intreccio di emozioni, questa è la storia della Rosa del Golfo.
L'azienda di famiglia affonda le sue radici oltre due secoli fa, nelle magiche e incontaminate terre del Salento, quando il capostipite Leopoldo Calò prese a coltivare un piccolo appezzamento terriero con viti e ulivi, iniziando a produrre così del vino e dell'olio, dando il via alla tradizione di famiglia che sarebbe andata avanti fino ai nostri giorni. Sempre pronti a cogliere nuove opportunità commerciali e attenti all'apertura di nuovi mercati, i Calò iniziarono a pensare a come far giungere ad un numero sempre crescente di persone il proprio vino. Fu il nipote Giuseppe a pensare di aprire una filiale commerciale in provincia di Varese, ad Albizzate, per distribuire al nord ed anche in Francia, i vini di famiglia. Eravamo sul finire degli anni '30.

Il 1963 è l'anno dell'ingresso in azienda del figlio Mino che coincide anche con la produzione della prima bottiglia di Rosato, denominato Rosa del Golfo. Un nome così poetico si sposava perfettamente alla bontà del vino prodotto, e rappresentava al meglio le tonalità che sprigionava il Rosa del Golfo e le sfumature del Golfo di Gallipoli, presenza rassicurante sullo sfondo, che sembrava cullare i prodotti dell'azienda di famiglia, tracciandone il cammino.

Ed a testimoniare il legame indissolubile con il territorio, oltre alla produzione di un Rosato così tipico nel Salento e molto spesso sottovalutato nel resto d'Italia, l'azienda di Alezio utilizza per produrre i propri vini, i vitigni autoctoni della zona, come il Negroamaro e il Primitivo.

Il 1988 segna un passaggio fondamentale nel meraviglioso racconto scritto all'ombra del Golfo di Gallipoli: Mino decise di cambiare il nome all'azienda di famiglia, certo che l'impronta dei Calò sarebbe comunque e in ogni caso rimasta. Decise quindi di legare le proprie fortune al vino più conosciuto nel Salento e nel resto d'Italia, a quel prodotto che per colori e sapori era l'emblema e il manifesto perfetto della loro storia, nacque così la Rosa del Golfo, che non ha mai smesso di produrre vini di qualità, unendo perfettamente tradizione e innovazione.
Sanchirico

NEL CUORE DEL SALENTO

La tradizione di una terra meravigliosa
Sanchirico è il nome dell’antica masseria che sorge al centro di una tenuta di 120 ha, immersa tra i vigneti, nel cuore di una delle zone viticole più vocate del Mediterraneo. A Sanchirico il protagonista è il negroamaro, a cui sono dedicati 40 ha di vigneti a spalliera, a cui si affiancano, varietà a bacca bianca e varietà internazionali.
In questo luogo si incontrano la tradizione legata ad una lunga storia di produzione di uve da vino, realizzata sempre con la massima attenzione alla qualità e all’innovazione, e la nuova tecnologia applicata sia alla produzione agricola, con l’utilizzo di moderni macchinari per la conduzione e la raccolta delle uve, sia alla trasformazione delle uve, tutte di provenienza aziendale.
Agricole Vallone

Agricole Vallone è una storica cantina pugliese, fondata nel 1934 e oggi guidata da una squadra di giovani e brillanti professionisti sotto la guida di Francesco Vallone. L’approccio lavorativo nella conduzione dei vigneti e nella gestione del processo produttivo del vino è strettamente legato alle tradizioni e all’identità del territorio, a cui la famiglia Vallone è sempre rimasta fedele.

L’Agricole Vallone può contare su una vasta proprietà di terreni che comprende uliveti, seminativi, orti e, soprattutto, 170 ettari di vigneto. Queste proprietà si articolano attorno a tre grandi tenute: la tenuta Iore nel territorio di San Pancrazio Salentino, la tenuta Flaminio a Brindisi, dove ha sede una cantina moderna e innovativa e, infine, la tenuta del Castello di Serranova a Carovigno, sede storica della famiglia Vallone, immersa nella grande Riserva di Torre Guaceto, un’oasi naturale affacciata sul mare. Qui troviamo anche un ulivo secolare chiamato Albero del Crocifisso, perché nel 1600 è stata ritrovata una croce lignea sulle sue radici.

I vini della cantina Vallone nascono da una produzione di altissimo livello qualitativo. Dalla vasta gamma proposta spicca il Graticciaia, un vino rosso a base di uve Negroamaro divenuto simbolo della cantina. Si tratta di un monumento enologico prestigioso della Puglia, l’espressione di uno splendido territorio, tra mare e macchia mediterranea.  

Morella

La Cantina Morella, fondata nel 2000 da Lisa Gilbee, è una delle realtà più interessanti del panorama viticolo Pugliese. Lisa, enologa di origine Australiana, approda in Italia nel 1992 cominciando a lavorare inizialmente al nord, poi al sud in Sicilia e infine in Puglia.

"Qui”, dice lei stessa, “sono stata particolarmente colpita dall'incredibile patrimonio di alberelli di Primitivo su terra rossa e così ho deciso di fermarmi in questo incantevole posto per produrre vini unici dalla spiccata personalità".

Con coraggio e determinazione Lisa mette in atto i suoi propositi, acquista 16 ettari di vigneto a Manduria e inizia la sua paziente opera di recupero degli alberelli di Primitivo, la gran parte dei quali è stata piantata ben 80 anni prima. I metodi adottati in vigna sono il più naturali possibile come l'inerbimento del terreno con sfalcio, i preparati biodinamici e a base di erbe per evitare i prodotti chimici; in cantina si cerca di recuperare una tradizione vinicola molto antica quale la vinificazione a tini aperti, le follature manuali e il torchio verticale, tutto ciò per valorizzare al meglio un vitigno autoctono di grande pregio.

Il risultato di tanta cura tuttavia ripaga ogni sforzo, poiché i vini prodotti dalla Cantina Morella sono davvero meravigliosi: in particolare il Primitivo “Old Vines”, e il nuovo cru di Primitivo “La Signora”, sono vini apprezzati dal pubblico e pluri premiati dalla critica.

Vespa
il Territorio
La culla del mediterraneo
La vite è da sempre una caratteristica peculiare della meravigliosa terra di Puglia.
Con un clima temperato, il territorio gode delle frequenti brezze marine provenienti dalla costa, a cui sono esposte anche le nostre piante.

Affacciata sulla costa ionica, la Magna Grecia porta ancora i segni del fervore culturale portato dalla colonizzazione ellenica dell’Italia meridionale avvenuta nel VII secolo a.C. , avente come capitale la città di Taranto.

L’azienda è distribuita su una superficie complessiva di circa 46 ettari di cui 34 a vigneto, dislocati nell’area di Manduria (patria del celebre vitigno Primitivo) ed aree limitrofe ricadenti nell’area di produzione dei vini di pregiate qualità classificate con le denominazioni DOP Primitivo di Manduria ed IGP Salento.

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La Scacchiera
La scacchiera rappresenta un progetto di evoluzione personale. Un percorso che si costruisce attraverso la ricerca. Un viaggio avvolgente che delinea le diverse sfumature della vita. Una sfida profonda, studiata con cura dei dettagli, che prova a sfidare il tempo.

Un solco tra le vigne
Forse a volte senza nemmeno accorgersene, ma non c’è azione che facciamo per cui non si lasci un segno. Agiamo e il nostro agire è già traccia nell’emozione che trasmettiamo, nel prodotto che realizziamo, nel viaggio che intraprendiamo.
La traccia de La Scacchiera è un solco tra le vigne pronte a rigenerarsi per creare un’emozione unica.

Chiamaci:

 

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